• Il mercato automobilistico italiano rischia di chiudere l’anno con 400.000 auto in meno rispetto al 2019. Una sofferenza strutturale che non accenna a migliorare • Stime riviste al ribasso per il 2025: 1.515.000 nuove immatricolazioni, 25.000 auto in meno rispetto alle previsioni di aprile. • Italia quintultima nell’Unione Europea per immatricolazioni di auto elettriche nel 2024 secondo la recente analisi Eurostat. • UNRAE: necessari incentivi stabili per orientare i consumatori e una riforma fiscale per le auto aziendali, leve essenziali per favorire una transizione reale
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Il mercato automobilistico italiano prosegue la sua fase di difficoltà anche nel mese di luglio, registrando una nuova contrazione, seppur più limitata rispetto al mese precedente. Con 118.493 immatricolazioni, il settore ha chiuso il mese con una flessione del 5,1%, rispetto alle 124.871 unità dello stesso periodo del 2024.
Il canale dei privati nel mese segna una battuta d’arresto ben più importante, con un calo del 13,5%, a conferma ulteriore della sofferenza del mercato.
Il bilancio dei primi sette mesi dell’anno conferma la tendenza negativa: con 973.396 immatricolazioni, il mercato perde il 3,8% rispetto alle 1.011.338 unità registrate nel periodo gennaio-luglio 2024. Ancora più significativo il confronto con il periodo pre-pandemico: la perdita rispetto al 2019 rimane pesante, con un -21,3% e oltre 263.000 unità in meno.
L’andamento negativo del secondo trimestre, peggiore delle aspettative, e la revisione al ribasso dei beni durevoli in un contesto macroeconomico caratterizzato da incertezza, hanno spinto UNRAE a rivedere le stime per l’intero 2025. La nuova previsione indica 1.515.000 auto immatricolate a fine anno, in riduzione di 25.000 unità rispetto alle precedenti stime, con un calo del 2,8% sul 2024 e quasi 44.000 unità in meno. Il confronto con il 2019 evidenzia una contrazione “drammatica” del 21,0%, pari a oltre 400.000 unità in meno.
Il processo di transizione verso la mobilità sostenibile procede a ritmo moderato, ma luglio ha mostrato segnali incoraggianti per i veicoli plug-in. Le auto elettriche pure (BEV) rappresentano il 4,9% del mercato mensile, in flessione rispetto al 6,0% di giugno ma in crescita rispetto al 3,4% di luglio 2024. Più dinamico l’andamento delle auto ibride plug-in (PHEV), che a luglio hanno raggiunto il 7,5% di quota, beneficiando delle preferenze legate alla nuova normativa sui fringe benefits, in crescita rispetto al 7,2% di giugno e rispetto al 3,9% di luglio dello scorso anno. Complessivamente, i veicoli ricaricabili (ECV) hanno totalizzato il 12,4% di quota a luglio 2025.
I recenti dati Eurostat sulle immatricolazioni di auto elettriche nell’Unione Europea nel 2024 evidenziano la posizione di ritardo dell'Italia, che si colloca al quintultimo posto nella classifica europea. Solo Bulgaria, Polonia, Slovacchia e Croazia registrano performance inferiori al nostro Paese.
Secondo UNRAE, per accelerare la transizione energetica gli incentivi rappresentano uno strumento importante, ma risultano inefficaci se progettati con caratteristiche di discontinuità, soglie di price cap restrittive, limitazioni eccessive e tempi troppo lunghi tra annuncio e implementazione. Per garantire beneficio reale ai consumatori e orientarli con fiducia verso una transizione complessa, l’Associazione ritiene necessaria una strategia pianificata che offra visibilità quinquennale su divieti e tecnologie disponibili, accompagnando gli automobilisti verso la nuova mobilità attraverso una comunicazione positiva e costruttiva.
UNRAE ribadisce l’importanza fondamentale della riforma del trattamento fiscale per i veicoli aziendali, attraverso la modulazione di detraibilità IVA e deducibilità dei costi basata sulle emissioni di CO2 e la riduzione del periodo di ammortamento. La Delega Fiscale in scadenza a fine mese rappresenta un’opportunità imperdibile per realizzare questi interventi. L’Associazione auspica che la scadenza possa essere prorogata al 31 dicembre 2026 con il voto favorevole del Senato previsto per il 6 agosto prossimo. L’obiettivo finale è una completa revisione dell’impianto fiscale, con possibili interventi graduali qualora le esigenze di bilancio lo richiedessero. Il rapido tasso di rotazione delle auto aziendali consentirebbe di immettere nel mercato dell’usato veicoli più sostenibili, rappresentando un’opportunità di acquisto per i consumatori interessati a sperimentare gradualmente la nuova mobilità.
“Il mercato italiano dell’auto continua a mostrare segnali di sofferenza evidenti. A luglio registriamo un’ulteriore contrazione che porta il calo da inizio anno al -3,8% rispetto al 2024 e al -21,3% rispetto al 2019: si tratta di 263.000 auto perse in confronto al periodo pre-pandemico, un dato che dovrebbe allarmare tutti. Nel contesto dell’Unione Europea dove l’Italia nel 2024 è quintultima per penetrazione delle auto elettriche, il rischio concreto è che il nostro Paese diventi sempre meno attrattivo per investimenti e offerta. È il momento di agire: occorrono incentivi stabili, semplici e pianificati, che orientino i consumatori e restituiscano fiducia nel cambiamento, così come è urgente una riforma fiscale per le auto aziendali, leva essenziale per favorire una transizione reale. Senza queste misure, non solo il mercato resterà debole, ma saranno i cittadini e il sistema-Paese a pagarne il prezzo", ha dichiarato Roberto Pietrantonio, Presidente di UNRAE.
Sul fronte internazionale, è stata recentemente raggiunta l’intesa tra amministrazione statunitense e Unione Europea in materia di scambi commerciali. Per il settore automotive, l’accordo prevede dazi del 15% per i veicoli importati dall’Europa. Nonostante la definizione dello scenario, permangono incertezze sui possibili impatti sulla componentistica italiana utilizzata nei veicoli destinati all’export negli Stati Uniti.
L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, evidenza per i privati una flessione più pesante del mercato. La quota si riduce di 5,3 punti al 56,4% del totale (52,5% nel cumulato, -3,6 p.p.). Le autoimmatricolazioni guadagnano 1 punto e mezzo, portandosi al 14,9% di quota e al 10,7% nel cumulato (-0,7 p.p.). Il noleggio a lungo termine a luglio cresce in volume e quota, guadagnando 2,7 punti, al 20,5% (23,6% nei 7 mesi, +3,2 p.p.), confermando la forte accelerazione delle Captive, a fronte di un calo delle società Top. Il noleggio a breve termine nel mese sale all’1,6% del totale (+0,3 p.p.) e al 7,7% nei 7 mesi (+0,8 p.p.); le società recuperano 0,9 punti, al 6,7% del mercato, al 5,8% nel cumulato (+0,3 p.p.).
Tra le alimentazioni, in giugno perdono quota tutti i motori endotermici: il motore a benzina cede 5,1 punti, scendendo al 23,3% (25,7% nel cumulato, -4,3 p.p.). Il diesel perde quasi 1/3 dei volumi, fermandosi al 9,5% di share (-3,4 p.p. e al 9,8% in gennaio-luglio, -4,5 p.p.); il Gpl scende al 10,2% a luglio (-1,2 p.p.) e al 9,2% nel cumulato (-0,2 p.p.). Sempre molto dinamiche le vetture ibride che nel mese raggiungono il 44,6% (+4,5 p.p.) e il 44,5% (+5,5 p.p.) nei 7 mesi, con un 13,6% per le “full” hybrid e 31,0% per le “mild” hybrid in luglio. Come anticipato, le auto BEV si portano al 4,9% del totale (+1,5 p.p. e al 5,2% in gennaio-luglio, +1,4 p.p.), mentre le PHEV salgono al 7,5% (+3,6 p.p. e al 5,6% nei 7 mesi, +2,3 p.p.).
L’analisi della segmentazione mostra in luglio una flessione delle berline e dei Suv del segmento A, rispettivamente al 9,1% e 1,6% del totale mercato. Nel segmento B flettono le berline (al 17,9%) mentre recuperano leggermente i Suv, al 30,3% di share. Viceversa, nel segmento delle medie (C) crescono le berline (al 4,3%) e calano i Suv (al 19,9%). In luglio segnano un calo consistente le berline del segmento D, allo 0,6%, a fronte di un buon incremento dei Suv all’8,5% di share. Nell’alto di gamma, stabile la quota delle berline (allo 0,2%) e dei Suv (all’1,7%). Infine, le station wagon rappresentano il 2,6% del totale, gli MPV il 2,4% e le sportive lo 0,9%.
Sul fronte delle aree geografiche, in giugno il Nord Ovest mantiene la leadership, con una quota stabile al 30,4% (al 29,3% nei 7 mesi, +0,8 p.p.). Il Nord Est perde 1,5 punti, al 25,2% del totale (30,7% nel cumulato), grazie al contributo del noleggio, senza il quale scenderebbe di 2,8 punti, al 22,4%. Il Centro Italia sale al 28,2% nel mese (+3,3 p.p., al 25,8% in gennaio-luglio), l’area meridionale scende al 10,6% e le Isole al 5,7% (rispettivamente 9,3% e 4,9% nel cumulato).
Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in luglio cedono il 5,1% a 113,3 g/Km e il 4,4% nei 7 mesi a 114,3 g/Km.
L’analisi delle immatricolazioni di luglio per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km rappresenta l’8,3% del mercato, il 4,0% la fascia 21-60 g/Km (rispettivamente 7,8% e 2,8% nel cumulato). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 63,4% (66,2% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si porta al 19,6% e quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,5% (rispettivamente 19,2% e 2,0% nei 7 mesi).
In allegato il comunicato stampa completo di grafici
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